Educazione ed accoglienza

Come ogni anno puntualmente, le violenze verbali e fisiche nei confronti degli arbitri base non mancano, soprattutto in alcuni campi di periferia, trasformati in campi di battaglia. Di recente il Presidente degli Arbitri di calcio Alfredo Trentalange e’ intervenuto con una nota:

bisogna iniziare ad educare a vivere… Il problema sono gli adulti… Manca un clima di rispetto, serve un salto culturale: un patto tra famiglie, società e allenatori “.

Il calo del numero degli Arbitri e’ manifesto, diverse migliaia in meno negli ultimi anni. Sicuramente il salto culturale tra famiglie, società, allenatori non è solo auspicabile, e’ doveroso, indispensabile. Tuttavia, i salti culturali affinché avvengano e partoriscano frutti hanno bisogno di un lungo tempo di gestazione. Invece, in queste circostanze il tempo latita è sempre meno a disposizione. Continua Trentalange:

”… si vince o si perde insieme. Serve una grande alleanza tra tutti gli attori del mondo del calcio e non solo punto giocatori, società sportive, arbitri, giornalisti, allenatori, famiglie, tifosi. Noi stiamo ad esempio spingendo per il doppio tesseramento”.

Bisognerebbe, i vari attori remassero e virassero nella medesima direzione. Iniziassero ad educare ( ex – ducere) non solo (in)formare…Educare, nel senso di tirare fuori dal di dentro la parte migliore di ogni ragazzo, uomo, allenatore, arbitro, dirigente. Ottima l’intenzione del doppio tesseramento, in altre Federazioni ( quella Svizzera) esiste già da vari decenni con ottimi risultati. In cosa consiste?

E’ lo stesso Presidente dell’AIA a spiegarlo:

“… un giovane calciatore può essere tesserato per una società e fare insieme anche l’arbitro… Vorremmo che ogni società mettesse a disposizione un tesserato per arbitrare, ovviamente non le partite della sua squadra. Aiuterebbe noi ad avere arbitri che provengono dal mondo del calcio giocato e le società ad avere tra le loro fila persone che conoscono il regolamento, tante discussioni o incomprensioni alla fine diminuirebbero”.

Ci permettiamo di suggerire, un aspetto altrettanto importante ovvero l’accoglienza. Qualche volta l’Arbitro arriva al campo e non c’è nessuno ad accoglierlo. Oppure incontra un dirigente che frettolosamente gli dice: “ Salve, il suo spogliatoio e’ da quella parte adesso qualcuno le porte le chiavi”. (Sic)!

Basterebbe questa considerazione per far dire a tutti: prendiamoci cura dei nostri Arbitri, educhiamo dei dirigenti che accolgano l’Arbitro soprattutto quello alle prime esperienze…Un dirigente educato e formato che l’assista durante tutta la partita. Una bottiglietta d’acqua, un sorriso, due chiacchiere, all’arrivo, il thè caldo all’intervallo. Un incoraggiamento: “ Le diamo il benvenuto, le auguriamo una buona prestazione” se nota l’arbitro giovane…

Interessante adeguare anche le tariffe e poter incassare prima dell’inizio dell’incontro ( con un tariffario chiaro noto agli Arbitri e società dove sono indicate categorie e kilometri) responsabilizzando le società con l’anticipo 50% della tariffa, ( di solito i dirigenti al momento della consegna dei cartellini, consegnano la loro parte il…conquibus ) dietro rilascio di regolare ricevuta del Direttore di gara…e a fine anno saranno le società ad attendere i rimborsi….non gli Arbitri! ( mi riferisco agli Arbitri e categorie amatoriali )

Con un voto finale nel referto in modo si possa anche istituire un premio AIA o la promozione di categoria della FIGC ( per meriti sportivi ).

Spesso si è abituati a vedere solo gli errori degli Arbitri, invece c’è bisogno s’inizi a vedere l’Arbitro come un Uomo che dà sempre il meglio di se stesso, anche in fase di preparazione della partita, a volte ci riesce in modo encomiabile altre meno.

Senza Arbitri non c’è partita…! Ovvio ma reale.

Il Direttore

Fabio Bray

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Direttore Kintsugi

 

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