Nel salone delle Feste del circolo degliArtisti di Arezzo in concomitanza non casuale con la Giostra del Saracino, si è svolta la seconda edizione del premio ANSMeS ( Associazione Nazionale Stelle Palme Collari d’Oro al Merito del CONI e del CIP ). I premi e le riconoscenze sono andate al vice campione del mondo 1972 Franco Bitossi, ciclista, ( in estrema sintesi la sua brillante carriera: oltre 170 vittorie, 2 giri di Lombardia ritenutI dagli esperti “ La classica piu’ dura insieme alla Liegi Bastogne Liegi “ addirittura piu’ importante del Giro d’Italia per la partecipazione di grandi campioni…Un giro della Svizzera, 2 volte campionato di Zurigo, 21 tappe al Giro d’Italia…4 Tappe al tour de France…La Tirreno – Adriatica in media una classica – tappa era di 240 km…medaglia d’Argento campionato del mondo 1972 e bronzo a quello del 1977…un fondista formidabile e completo). Oggi, F. Bitossi è un baldo e distinto giovane di 82 anni. L’ex commissario nazionale Martini affermò: “..se Bitossi non avesse avuto il problema al cuore – ha sofferto di Tachicardia – sarebbe stato fra i piu’ grandi ciclisti al mondo per la completezza “…
Premio patrocinato dal Comune, dalla Provincia e dal comitato parolimpico di Arezzo. Presente in sala anche il Presidente nazionale ANSMeS dott. Francesco Conforti. Altresì, commosso ha portato la sua testimonianza e saluto il Provveditore agli studi di Arezzo dott. Curtolo…Il delegato CONI dott. Melis …..L’accoglienza e gli onori sono stati eseguiti dal Padrone di casa, il Presidente provinciale ( ANSMes) dott. Carlo Polci ( prossimamente sarà insignito con la medaglia d’argento CONI al valore per lo sport ).
Franco Bitossi è stato un campione del ciclismo in un’epoca dove correvano e gareggiavano grandi campioni del calibro di Gimondi, Merckx…Ciclismo e storia vivente d’altri tempi.
Bitossi: “ La sofferenza piu’ grande non era arrivare secondo sul traguardo ma quella di fermarmi sul ciglio della strada per 30 – 40 sec…far passare gli altri, causa il mio problema al cuore…non accettavo di perdere sul traguardo per questo problema ”.
Molto interessante ascoltare direttamente dal gentil UOMO – CAMPIONE, Bitossi, la sua storia…Le sue fragilità. La consapevolezza dei suoi limiti.
Prima diventassi un professionista – dichiara Bitossi – provenendo da una Famiglia di umili origini…Gli allenamenti dovevo svolgerli all’alba prima di andare a lavorare in fabbrica alternati a quelli del pomeriggio fine turno…. Dovevo attraversare le rive dell’Arno con una zattera a remi…non c’era un ponte che unisse le due rive…
Un Campione, Uomo – mastodontico ed umile..Era anche altruista, aiutava i compagni con delle spinte fisiche nei momenti piu’ duri delle gare…Aneddoti emozionanti, edificanti e molto educativi. L’emozione e commozione in sala fra i partecipanti è stata manifesta così come i reiterati applausi e l’ovazione finale. Un doveroso grazie ai membri dell’ANSMeS – Arezzo per l’impeccabile organizzazione e per aver regalato in una giornata di Festa per la Città, una testimonianza eccelsa per tutti i motivi argomentati e per altri facilmente deducibili. Da proporre, sommessamente, al Provveditore agli Studi di Arezzo dott. Curtolo, presente in sala con una sua personale testimonianza, affinchè possa essere trasmessa nelle Scuole con collegamenti on line, una giornata, come fatto per la senatrice G. Segre affinchè anche i nostri Discenti possano ascoltare ed apprendere valori non negoziabili che la Cultura dello Sport ( pulito ) veicola nella fattispecie: “ il Ciclismo”.
Ci piace concludere, con un’asserzione emblematica, dell’UOMO – CAMPIONE F. Bitossi, del suo autentico modus operandi, vivendi: ( confabulata con un filo di voce strozzato in gola dalla commozione e da qualche lacrima che rigava il volto)
“ Sino all’anno scorso ho potato e raccolto le olive da me causa gli inevitabili acciacchi quest’anno dovranno farlo altri ”! ..E’ seguita una sonora, cordiale ed empatica doverosa standing ovation. Grazie Bitossi, grazie ANSMeS – Arezzo.
Il Direttore
Fabio Bray